CERIMONIA DELLA LUCE 01 DICEMBRE 2024
Sono Floris per voi…
Una delle energie più potenti che ogni essere umano si crea, subisce ed emana nasce dalle aspettative.
Esse non sono altro che una proiezione dei desideri, progettazioni della mente che hanno l’unico scopo di sostenere le illusioni.
Le aspettative in qualche modo imprigionano le forme mentali in una sorta di recinto all’interno del quale ogni essere umano disegna, proietta ciò che più desidera.
Il contesto della realtà del piano umano è invece fatto di continui mutamenti.
A volte le aspettative si realizzano perché sono in armonia con il Progetto, altre volte sono nettamente negate o non si realizzano nella misura in cui il soggetto aspira.
E allora ecco che sopraggiunge la sofferenza, la rabbia, il risentimento, il non sentirsi adeguati a ciò cui si aspira e che invece la realtà non realizza.
Spesso non è l’intensità con cui si desidera ma è la motivazione, quella vera, quella costruita dalla mente in rapporto a chissà quanti e quali vuoti o aspettative del passato che si proiettano nel futuro o semplicemente che non si è ancora riusciti a realizzare nel presente.
È una forma di fuga investire sui propri desideri sperando che la relazione con il contesto e con gli altri siano propizi alla realizzazione.
Se la mente è predisposta raggiunge il concetto profondo, il contenuto che nella realtà tutto muta, tutto si evolve secondo una legge che esula dalle volontà degli esseri umani.
Ecco che nasce la sofferenza.
La sofferenza è un prodotto della mente, il dolore è un prodotto del cuore
È la mente che continua continua a spingervi in un appagamento, in un’aspettativa che si perde e poi se ne ricrea un’altra e poi un’altra ed ecco che emerge la sofferenza.
Si soffre dando di volta in volta la colpa della non realizzazione a se stessi, agli altri, ai contesti, al momento, alla politica, alla religione, all’economia, al sociale.
Il dolore appartiene al cuore perché il cuore sa, conosce le vere motivazioni che muovono la sofferenza.
Quando vi fermate sul piano mentale soffrite, dando una direzione diversa accusandovi e accusando. Inutile!
Poiché il dolore è l’altra faccia della gioia, la sofferenza ha come controparte la paura.
Ognuno di voi (e questo è il piano dell’insegnamento) interiormente, nel silenzio, nel suo spazio osservi attentamente quante volte le aspettative mancate sono state causa di sofferenza, e quanto essa è diversa dal dolore.
La sofferenza come espressione mentale non è altro che un meccanismo che porta passo dopo passo alla rabbia, alla gelosia, alla sopraffazione, all’intolleranza.
La sofferenza separa, il dolore ha bisogno di essere scaldato, ha bisogno di sentirsi condiviso.
Appartiene ai palpiti del cuore, appartiene al respiro, appartiene al cammino interiore.
L’umanità fa una grande confusione: confonde il dolore con la sofferenza ma hanno luoghi di emanazione completamente differenti essi si distinguono per la loro origine e per la loro motivazione di essere.
Questo è il tempo storico della sofferenza.
Guardate come si esprime nell’intolleranza, nel giudizio, nella sopraffazione, nell’apatia.
Ogni essere pensa esclusivamente alla propria e cerca con tutte le strategie possibili di trovare il colpevole senza mai guardare alle aspettative che hanno mosso tutto questo processo, alla rigidità interiore e alla stupidità dell’ignoranza.
Ma prima di guardarvi intorno, prima di trovare fuori, prima di guardare per fare emergere dalla realtà questa emanazione è importante determinante che ci sia prima un lavoro interiore, la capacità di distinguere interiormente in ognuno di voi la differenza sostanziale tra dolore e sofferenza, di distinguere tutti i progetti nati da aspettative che, se fossero in evoluzione, sarebbero una spinta positiva ma essi bloccano come se ci fosse una partenza un percorso e un traguardo.
Il percorso della sofferenza è un percorso che blocca.
Immergetevi nel cuore, portatevi la sofferenza e vedrete che il cuore non la riconosce poiché la sua emanazione è un’emanazione completamente differente: il dolore è uno stato d’animo non uno stato mentale
Quando riuscirete a raggiungere nel centro del vostro cuore questo concetto ben differenziato dalla sofferenza allora ne comprendere la sostanziale diversità e quanto sia proficuo l’uno e inutile l’altro.
È un lavoro, un impegno silenzioso critico; occorre una capacità oggettiva, uno sguardo da osservatore per coglierne la differenza, la diversità sostanziale.
Fino a che confonderete e unirete in una sorta di amalgama il dolore e la sofferenza pensando che siano la medesima energia rimarrete completamente bloccati dentro e fuori nella mente e nel cuore, le porte dell’amore si aprono quando bussa il dolore.
Le porte della mente creano muri spessi, pesanti, oscurano la fiducia, schiacciano completamente la volontà poiché i traguardi non raggiunti vengono vissuti semplicemente come una propria incapacità, questo quando siete in grado di colpevolizzare voi stessi, ma si trasformano in rabbia e risentimento quando per alleviare le vostre colpe le attribuite agli altri, ai contesti.
Non vi divulgherò ricette, non ne esistono poiché esse mutano di volta in volta, attimo per attimo come si evolvono le vostre aspettative.
Vivete in contesti che velocemente si evolvono.
Spesso non siete in grado di procedere con la stessa velocità con cui gli elementi cambiano e vi fermate al progetto di ieri, che non esiste più, lo portate nell’oggi e lo proiettate nel domani: ma è vecchio!. Non ha più nessuna attinenza con il qui e ora.
La mente spaventata è una mente che si blocca nelle vecchie aspettative, nelle vecchie motivazioni della sofferenza e la proietta, la proietta e la proietta.
È questa la meditazione profonda silenziosa interiore che ogni anima in cammino deve saper vivere per poter creare progetti, progetti che respirano.
Nessun mai respira due volte nella stessa maniera, la stessa aria!
E allora i progetti devono mutare continuamente muoversi camminare e procedere.
Riconoscete la bellezza, la profondità e l’emanazione del cuore.
Riconoscete la differenza profonda tra dolore e sofferenza, vi ripeto che uno apre all’amore e l’altro all’odio, alla rabbia, alla insoddisfazione.
Non ho altro da aggiungere.
Ora tocca ad ognuno di voi, non vi sono ricette, non vi sono mappe.
C’è un guardarsi dentro, un’attenzione alle forme mentali, ai bisogni quelli che emergono dal cuore e quelli che emergono dalla mente.
Shanti shanti shanti.