CERIMONIA DELLA LUCE 02 LUGLIO 2023
Ogni essenza divina che si immette in un’anima per sostenere il lungo percorso del risveglio e della consapevolezza, è quella parte che rende tutti gli esseri viventi parte integrante della stessa unica immensa ed infinita emanazione, La Luce.
Della Luce se ne parla su tanti piani con modalità diverse, con sensazioni diverse.
Per la maggior parte degli esseri umani, la Luce è quella qualità percepita attraverso i sensi e in particolare attraverso gli occhi.
I sensi sono gli strumenti attraverso i quali l’anima fa esperienza e attraverso i sensi, struttura qualifiche diverse delle sensazioni.
Essi non sono stati creati per poter percepire l’essenza, la Luce, ecco perché la maggior parte degli uomini non vedono, non sentono non percepiscono.
Esse sono gli strumenti per interagire con il piano della materia, per riconoscere le forme, nominarle, percepire in modo grossolano le vibrazioni, in modo superficiale attraverso il tatto le superfici.
Questo è il processo che l’anima compie, riconosce ed usa, per entrare in contatto, in relazione con la dimensione della vita umana.
Essi non sono che l’anticamera delle più sottili e profonde percezioni della vista, dell’udito, dell’olfatto del tatto. L’impegno e l’attenzione di un’anima che vuole contattare il proprio centro è quello di imparare a riconoscere la futilità, a far suo il concetto profondo della relatività, delle sensazioni.
Sensazioni che non sono mai pure poiché essendo soggettive, appartengono al mondo delle emozioni; i profumi il tatto, l’osservare, sono sempre e comunque compenetrate dalle emozioni.
L’anima umana non ne riconosce l’essenza poiché di volta in volta ciò che ha visto, ciò che ha toccato, percepito, udito, cambia, muta ed è un processo essenziale perché segue l’evolversi, l’evoluzione, segue dapprima il cambiamento al quale poi sopraggiunge il mutamento.
È un processo perfetto, in armonia con il mondo della materia.
Tutto questo processo, però, non ha semplicemente lo scopo di farvi nominare, conoscere, riconoscere gli elementi, ma sono strumenti che dovrebbero indurre a porsi domande; chiedersi cos’è la nascita, la crescita, la maturità e il declino con il compimento del processo vitale, umanamente inteso.
Questo processo continuo, continuo di cambiamenti e mutamenti, che si proietta continuamente, continuamente, davanti e dentro ogni essere, deve far emergere la domanda: “io sono questo?”
Il significato di questo processo vitale che si ripete e si ripete e si ripete, ha solo il fine di farmi conoscere i gusti, i colori, ascoltare, gustare.
Gli esseri umani lo ripetono continuamente e se la motivazione dalla vita umana fosse solo questa, sarebbe un lungo perpetuo girare e rigirare su sé stessi. Il mondo che vi circonda, le sue bellezze, i suoi colori, profumi e colori, sono una piccolissima, piccolissima parte di ciò che la vostra anima sottile ha conosciuto, ma il processo umano la mette a tacere e si colma e si sazia di ciò che nel ciclo vitale ha un inizio e una fine, un inizio e una fine. L’anima che in sé contiene il nucleo dell’essenza è il vostro vero Io, quella parte che già contiene la capacità di vedere oltre, di percepire, quella grande capacità che ognuno di voi, che ogni essere possiede di comprendere gli avvenimenti in qualunque sfumatura essi si presentino, nessuno, nessun maestro vi prenderà mai in braccio poiché il cammino deve essere realizzato attraverso le vostre libere scelte, attraverso la vostra volontà, attraverso la capacità di leggere, comprendere, tradurre, rielaborare gli avvenimenti positivi e quelli meno piacevoli. Quelli dai quali tutti rifuggono, ma che contengono all’interno l’essenza del vostro progetto di vita. Continuamente vi vengono poste dinnanzi scelte, continuamente, ma avete così tanto manipolato la vostra mente, d’aver raggiunto la consapevolezza di quiete e di serenità, solo quando i contesti sono conosciuti, quando ciò che conoscete si ripete, e si ripete.
Se è vero che attraverso l’uso continuo delle stesse capacità il valore di ciò che fate si amplia, è anche vero che per crescere bisogna andare oltre i livelli conosciuti e osare, avventurarsi in compagnia della propria essenza con la certezza intima, profonda che questo piccolissimo tratto di strada è solo una piccola parte che vi permette di leggere e fare emergere il motivo della vostra incarnazione.
Il limite degli esseri umani, un grande limite e un grande blocco, sono gli attaccamenti, essi veramente vi ancorano, rendono il vostro procedere piombo, pesante.
Quella leggerezza che ognuno di voi si porta nell’incarnazione, nella prima infanzia, nella gioventù a mano a mano, come una forma alchemica al contrario, si trasforma in piombo. Gli attaccamenti bruciano, consumano le passioni, la creatività e gli attaccamenti generano paura.
La mente così modellata da ognuno di voi è davvero un’accumulatrice seriale, accumula, trattiene, blocca il fluire, chiude la visione, la percezione, si accontenta di usare solo quei pochi sensi, non osa abbandonare ciò che può facilmente gestire, che conosce e attraverso questo processo essa ritorna, ritorna, ritorna, sino a che l’appagamento dei sensi non sarà saturo essa non si piega su sé stessa è sempre, continuamente proiettata all’esterno, per osservare, giudicare, accumulare, trattenere.
I concetti puri li possedete, come il lasciare andare e il fare spazio.
La conoscenza, quando resta in superfice, viene facilmente dimenticata, se nella conoscenza non fate esperienza, se non la portate dentro di voi, continuerete a vivere la vostra vita e le tutte opportunità fini a sé stesse e direte: “oggi è andata bene!”, ma in rapporto a cosa? “Oggi è andata male!”, in rapporto a che cosa? “Oggi mi sono arrabbiato, perché?” “Oggi ho avuto paura, perché?”
Gli attaccamenti sono limiti attraverso i quali voi giudicate, soppesate la vita e gli altri.
C’è un universo sottile che è sempre, sempre dentro ed intorno a voi, dal primo momento in cui il respiro vi introduce in questa dimensione e sino a che l’ultimo respiro vi permette, abbandonandolo di andare in un’altra dimensione, dall’inizio alla fine, siete circondati da dimensioni straordinarie, da presenze sottili che vi guidano, vi sostengono, ma che non possono fare nulla al vostro posto; hanno bisogno di essere percepiti, hanno bisogno di colloquiare e pure l’umanità si accontenta del nulla.
Attraverso tutto ciò che avete realizzato, tutto ciò che avete conosciuto, percepito, visto; attraverso questi strumenti dovreste sforzarvi fortemente, uno sforzo sostenuto dalla certezza della vostra essenza poiché fate esperienza continuamente, continuamente di quanto tutto sia irreale. Possedete all’interno di voi l’essenza della verità, quell’essenza che è amore puro, luce sottile che unisce universi ed universi.
Chiedetevi se questa non è certo l’ora per svegliarsi, per decidere interiormente, là in quello spazio che governa gli elementi, decidete di scoprire chi siete, cosa siete, per incominciare a percepire la vostra immortalità, la visione delle vostre infinite qualità e talenti.
Siate sempre umili, riconoscendo si l’appartenenza al Divino, ma onorarlo senza orgoglio cibandovi, nutrendovi di quell’energia; osservando e sentendovi parte di quella luce, toccando e sfiorando la vostra essenza e capaci di ascoltare vibrazioni angeliche.
E’ tutto dentro di voi, partite ed arrivate, arrivate e ripartite e questa parte non vi abbandona mai, questi luoghi, questi spazi, queste vibrazioni chiusi all’interno di questa sfera che la vostra anima sottile, con grande ed infinito amore si rincarnano in esseri ignoranti, presuntuosi, colmi del nulla.
Shanti Shanti Shanti Ohm