CERIMONIA DELLA LUCE 05 FEBBRAIO 2023
Sul piano umano della suddivisione del tempo siamo nel secondo mese di questo nuovo anno.
La forma mentale di nuovo anno aiuta e sostiene, sul piano della mente, la speranza, la volontà che nel concetto di nuovo anno ci possa essere qualcosa di nuovo, come se il tempo fosse una entità quasi natalizia e possa portare doni inaspettati.
Tutto questo in assoluto non esiste se non per favorire una positiva forma mentale. Ma sapete che Il concetto di speranza è un concetto illusorio che disarma e mette in attesa. La speranza deve essere sostituita dal concetto del fare, un fare individuale. Non si resta in attesa e l’azione e la capacità di riconoscere, trasmutare e realizzare un cambiamento interiore.
I Maestri cercano di sostenere e sollecitare il cambiamento di abitudini che diventato meccanismi, ripetizioni continue di forme mentali che sostengono l’agire automatico, senza la presenza dell’IO SONO, che messo quasi su un piedistallo, lontano dalla nostra vita, ma al quale si rivolge quando si sviluppa il concetto di speranza di dono di attesa. Dovreste, ormai, ben sapere che non vi sono doni, non vi sono riconoscimenti, così come non ci sono punizioni o accanimenti su ogni essere umano.
La Cerimonia della Luce ha sempre rappresentato un momento di attesa. Aspettare che…
Credo che per molti di voi sia stata una lunga attesa e un lungo ascolto di tantissimi contenuti che vi hanno coinvolto sul momento e che avete riletto.
Ma poiché siete sempre in attesa vuol dire che nelle vostre vite, nel vostro spazio, laddove risiede l’essenza che avete posto la e che a volte adorate, a volte vi arrabbiate, a volte molto spesso la ignorate. L’Essenza non si cerca mai fuori ne distante, è l’unico elemento dell’esistenza che resta nella presente e attiva immobilità all’interno di ognuno di voi.
Questa è solo un premessa, perché il progetto è quello di stimolare, di disorientarvi.
E cominciamo con questa Cerimonia, con questo incontro, poiché dedicheremo questa mattina all’ascolto. All’ascolto di cosa è già in atto, l’ascolto di chi, avverrà dopo. Un dopo non segnalato di cui non avete alcuna informazione.
Come per ogni attività sportiva, occorre l’allenamento. Lo sportivo non arriva da casa all’improvviso per gareggiare, per mettersi in gioco. Tra una gara e l’altra si realizza l’allenamento, molto più duro e impegnativo della stessa gara.
E allora noi seguiremo questa regola che voi stessi avete trovato positiva. E allora entrando in contatto con la vostra forza vitale che è il respiro, cercando di seguire la mente senza farvi portare troppo, cercate di non porvi domande ma di lasciare andare l’attenzione e lasciate che l’onda di purificazione dei Mantra segua il vostro respiro. Lasciate tutto fuori, fate scendere accanto a voi e non mettetelo su un piedistallo, il vostro Divino, al vostra Essenza e provate ad allenarvi all’ascolto senza parole, quel famoso silenzio di cui abbiamo iniziato a parlarne.
Fate respiri molto lenti, l’inspirazione leggermente più breve dell’espirazione, perché trattenendo il Prana calmate la mente e il corpo.
(Meditazione)
Vi siete mai chiesti quel è la forza a volte chiara e a volte inconsapevole e inconscia, che muove le scelte.
Poiché agli essere umani è stata donata la possibilità della scelta che contiene all’interno di essa la responsabilità, che contiene ancora la consapevolezza.
L’analisi della scelta è sempre influenzata dalle esperienze, dai bisogni e dalla paura.
Nel ritornare in un corpo, i Maestri del Karma, progettano in rapporto alle nostre esperienze, alle nostre scelte del passato, ai risultati che ognuno ha raggiunto in positivo o in negativo, in rapporto allo sviluppo, intellettivo e spirituale dell’individuo, sostenendo nel modo più totale e profondo, le qualità, tutte le abilità e i talenti che ogni anima è riuscita a contattare.
Fuori dal corpo ognuno ricorda esattamente ogni esistenza. Fuori dal corpo ogni anima percepisce in modo chiaro la motivazione della rincarnazione, la motivazione della scelta della razza, del luogo, del gruppo, lo status sociale. Nulla, assolutamente nulla nel progetto è lasciato alla casualità, la casualità è stata inventata dagli esseri umani per giustificare ciò che non comprendono, la miopia, la sordità. Quando poi sono assordati, abbagliati capaci di trovare in autonomia attivando le gradi capacità che ognuno di voi possiede, l’umanità si abbandona, si giustifica, giudica, rimanendo in una forma di staticità mentale, di cui sono capaci gli esseri umani.
Il bisogno delle abitudini, il bisogno di controllare è il limite più grande, perché non vi permette di esplorare, di provare. La paura di farvi male fa sì che la mente sviluppi strategie per non affrontare le situazioni più importanti, che sono quelle più difficili che richiedono più attenzione, richiedono la quiete, la capacità dell’autopercezione dell’emozione.
Quando venite aiutati e vi si ripropongono e ripropongono gli stessi contenuti di manifestazione di vita diversa, manca il coraggio del cambiamento, poiché pensate che cambiando situazione il problema che ha sempre una soluzione sia lì davanti a voi, quello più semplice, più favorevole, più piacevole.
Vi è stato ripetutamente sottolineato che le situazioni più facili sono quelle che servono alla vostra anima umana per riposarsi, poi riprende il viaggio e il vero potere che la conoscenza deve essere espresso, osando, attraversando le difficoltà.
I desideri e l’appagamento di essi, si ferma sulla vostra parte delle relazioni umane.
Per poter affrontale tali difficoltà, per poterle tradurre, comprenderle per poter ben decidere, occorre avere gli strumenti interiori, occorre rivolgere la propria attenzione interiore, all’antico potere del discernimento, che ognuno di voi, che sia consapevole o meno, ha sviluppato nell’arco delle infinite esperienze.
Il dono del non ricordo della vostra storia, vi permette di fare nuove scelte in rapporto alla nuova esistenza, ma non fate altro che ripetere gli stessi errori.
Il metro di percezione e di giudizio sono le esperienze del passato, che sono passate, e si sono realizzate in altri tempi, con altre persone, con livelli di coscienza diversi da quelli che possedete in questo momento.
E quando uso, un metro già usato non aggiornerò mai, il mio procedere.
Il libero arbitrio è uno di quei doni che possiede esclusivamente il genere umano. Il dono spesso meno apprezzato perché vi rende responsabili. E’ il dono a cui si sono ispirate le guerre. Il dono della libertà è stato molto manipolato, poiché ognuno ha pensato alla propria, sostenendola con soprusi fisici e mentali.
Ecco perché il viaggio è impegnativo, confuso. Ognuno si crea il proprio statuto comportamentale, il trionfo dell’individualismo.
IO. IO so, IO sento, IO voglio, IO desidero, IO capisco.
Un potere dell’IO umano che continua a sovrapporre sull’essenza vera dell’IO SONO, immondizia, densità, ignoranza, conoscenza esclusive degli interessi personali o di piccoli gruppi.
C’è bisogno di sviluppare la pazienza dell’ascolto. Pulire la mente dai rumori, dalle trappole che voi stessi vi costruite.
Nono si può sperare in un mondo migliore, il futuro si realizza nel presente. Nessuno vi darà nulla che non abbiate conquistato, che non abbiate incorporato all’interno dell’anima. Il veicolo che porterà con se tutti i contenuti della prossima esistenza. Essa è la vostra cassa di risparmio.
Tutti i beni conquistati diventano potere, tutti i dolori e le sofferenze arrecate agli altri, alla natura, agli animali, agli altri esseri umani, saranno ciò che i signori del Karma vi riproporranno e ancora e ancora e ancora.
A cosa serve la conoscenza se poi si ripetono sempre gli stessi errori, perché la disattenzione non vi permette di rilevare che l’evento è sempre lo stesso, travestito, ma l’essenza è sempre la stessa.
Oggi è la giornata della meditazione in piccoli sorsi. Ora non comunicheremo nulla. Procedere con l’accensione della vostra luce come testimoni di ciò che dovreste mantenere sempre e costantemente accesa dentro di voi.
Siete parte essenziale del grande progetto evolutivo, ma anche lì c’è la libertà.
La domanda è, l’assenso e il dissenso e voglio esserci, voglio essere parte integrante o mi fa paura, sto bene come sto, controllo la mia vita.
La conoscenza non ha alcun valore, se resta nello scaffale delle dimenticanze.
La conoscenza deve morire e rinnovarsi perché è un elemento vivo.
Non pensate mai con presunzione di possedere conoscenza, è un elemento che si evolve, che si espande, senza mai, mai fermarsi.